La maggioranza dei Derviesi dice NO AI FORNI
La petizione NO AI FORNI CREMATORI A DERVIO, promossa dal gruppo consiliare “Insieme per Dervio” in collaborazione con decine di cittadini, ha ricevuto finora 1.165 firme, di cui 815 di Derviesi e 350 di non residenti che trascorrono diversi mesi in paese. Il grande successo della petizione (in un periodo che non facilita certo la partecipazione dei cittadini) è certificato dall’adesione di oltre la metà dei votanti alle ultime elezioni (gli 815 Derviesi contrari ai crematori in paese rappresentano infatti già ora il 51,1% dei 1596 voti delle elezioni comunali del 2019) che significa come la maggioranza dei Derviesi sia contraria a questa ipotesi e supporti la nostra iniziativa di contrasto al progetto. Per comprendere il valore di questi numeri, basta pensare che a Cologno Monzese, dove la stessa proposta è stata avversata dalla popolazione, le firme sono state meno di 2 mila su 48 mila abitanti.
Ringraziamo tutti coloro che hanno firmato (anche per tanti altri che non ne hanno avuto la possibilità o non si sono voluti esporre) dando una bella dimostrazione di democrazia diretta, che viene invece negata proprio dall’istituzione comunale, che dovrebbe essere quella più vicina ai cittadini. Forti anche di questo grande appoggio popolare abbiamo contattato la Regione, che sta valutando l’eventuale autorizzazione al progetto, esponendo un’articolata analisi delle motivazioni che rendono inadeguata la candidatura del Comune di Dervio ad ospitare questo impianto.
Una scelta fatta in modo poco democratico
Non abbiamo volutamente considerato motivazioni di ordine politico, pur significative e già esposte in altre sedi, soprattutto riguardo la segretezza nella quale sono state portate avanti per mesi le trattative coi soggetti proponenti il progetto, il mancato coinvolgimento del Consiglio Comunale, di commissioni o consulte comunali e la tardiva o mancata comunicazione, da parte della Giunta, di molte informazioni richieste.
Le norme dicono NO in presenza di elementi sensibili
Dal punto di vista territoriale e paesaggistico abbiamo preso spunto da una delibera regionale, in vigore fino al 2015, che stabiliva che “la realizzazione di un nuovo impianto di cremazione non è ammessa in ambito urbano entro 500 m. da elementi sensibili (asili, ospedali, scuole, ecc.) o in presenza di altre fonti di emissioni inquinanti” e da una delibera del 2015, attualmente vigente, nella quale, pur senza un riferimento puntuale alla distanza minima, viene confermato che “non è ammessa la realizzazione di impianti in prossimità di elementi sensibili (strutture per l’infanzia, sanitarie, ecc.)”. La localizzazione di un tale impianto nel cimitero di Dervio, in un contesto fortemente urbanizzato, sembrerebbe quindi in palese contrasto coi principi affermati dalla Regione a tutela della salute: a Dervio, infatti, in prossimità del cimitero sono compresi, tra gli elementi sensibili, le scuole dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado, l’asilo nido, l’oratorio, il cinema, il centro diurno per anziani, il parco giochi e numerosi edifici densamente abitati (solo nelle due vie che delimitano l’area cimiteriale risiede circa il 20% della popolazione del paese), nonché, quali elementi con presenza di altre fonti di emissioni inquinanti, alcuni stabilimenti industriali.
La distanza dagli impianti esistenti e dai Comuni serviti
La Regione stabilisce anche che “i criteri localizzativi per i nuovi impianti tengano in considerazione la distanza da impianti esistenti, la viabilità e le distanze ed i tempi di percorrenza adeguati”.
Il crematorio di Albosaggia (SO) si trova a 51 km. da Dervio, ed è ragionevole ritenere che, con 6.736 cremazioni effettuate nel 2019, possa ampiamente soddisfare, oltre alle 1.053 cremazioni della Provincia di Sondrio, anche quelle della Provincia di Lecco (1.058): per entrambe le province, infatti, i dati confermano che per il 90% sono state effettuate proprio ad Albosaggia. E’ forse per questi motivi che la stessa Regione, nella delibera del 30 giugno 2020, afferma che “c’è bisogno per Monza e Brianza che avrebbe circa 3000 cremazioni/anno e non per Lecco, che ne avrebbe poco più di 1000”.
Un criterio matematico per scegliere la migliore ubicazione
Considerato che nelle province di Lecco e Monza-Brianza non esistono crematori, e che in futuro potrebbe risultare necessario realizzarne uno, abbiamo quindi cercato un criterio riassuntivo che possa essere d’aiuto nella scelta della migliore collocazione territoriale, considerato che sono pervenute, nelle due province, le candidature di Dervio, Lecco, Carate Brianza e Desio.
Il criterio da noi individuato considera, per ognuno dei 139 Comuni delle due province, la distanza chilometrica dalle 4 sedi che si sono candidate ad ospitare un impianto, che è stata poi “pesata” moltiplicandola per il numero di cremazioni di ogni singolo Comune, secondo i dati regionali. In ben 122 Comuni su 139 l’impianto di Dervio sarebbe più lontano da raggiungere rispetto a qualsiasi altro impianto.
Il valore così ottenuto rappresenta quindi il totale di chilometri da percorrere ogni anno per affidare alla cremazione le salme provenienti da ognuno dei 139 Comuni: più chilometri è necessario fare, più la struttura risulta quindi periferica ed inadatta. Abbiamo così risposto a questa domanda: “Quanti km. si percorrerebbero in meno, ogni anno, per eseguire tutte le cremazioni delle province di Lecco e Monza-Brianza, se anziché costruire l’impianto a Dervio lo si costruisse a Lecco, piuttosto che a Carate Brianza o a Desio?”.
La collocazione migliore per il territorio? In Brianza
Il risultato conferma con criteri matematici quello che appare già intuitivamente logico, e cioè che la localizzazione a Dervio di un crematorio a servizio delle province di Lecco e Monza-Brianza sarebbe in assoluto la scelta peggiore tra le candidature pervenute. Se, anziché a Dervio, la struttura venisse localizzata a Lecco, si potrebbero evitare ogni anno fino a 441 mila km.; se fosse costruita a Desio si potrebbero evitare ogni anno fino a 622 mila km.; se venisse costruita a Carate Brianza si potrebbero evitare ogni anno fino a 640 mila km. Questi dati sono approssimati per difetto e non tengono conto anche di tutti i famigliari che si sposterebbero al seguito dei propri cari.
Risulta quindi evidente come, dal punto di vista logistico, l’ubicazione migliore per un crematorio a servizio delle province di Lecco e Monza-Brianza sia quella di Carate Brianza, che permetterebbe di risparmiare sul territorio, rispetto a Dervio, almeno 640 mila km. di percorrenza all’anno (pari a 16 volte il giro del mondo); la seconda migliore localizzazione sarebbe Desio e la terza Lecco, mentre Dervio sarebbe solo la quarta miglior scelta tra le 4 candidature presentate. Anche la matematica conferma quindi l’intuizione secondo cui l’impianto andrebbe localizzato nella parte più a sud del territorio complessivo delle due province, dove maggiore è la densità di popolazione, piuttosto che nella sua estremità nord (tra i 139 Comuni delle due province, Dervio è il terzo più a nord).
La passione per il nostro paese ci ha spinto a dare questo nostro contributo: ora auspichiamo che la Regione tenga conto di queste motivate osservazioni, sostenute anche dalla maggioranza dei Derviesi.